martedì 19 novembre 2013
giovedì 14 novembre 2013
descrizione del caso
Format – descrizione del caso
PON DIDATEC corso Avanzato A.s. 2012/2013
Tutor
Roberto Di Lella
Corsista
Di Luise Maddalena
Di Luise Maddalena
Descrizione del contesto
Nella scuola si evidenzia sempre di più l’uso di
una didattica tradizionalmente trasmissiva che non permette di valorizzare i
diversi stili di apprendimento. Si sente perciò sempre più forte la necessità
di rendere gli alunni protagonisti del proprio sapere, capaci di creare la
propria conoscenza, di porsi domande e
cercare risposte.
L’inserimento
poi nella classe di alunni diversamente abili, non fa che accrescere il bisogno
di un ambiente di apprendimento inteso come luogo dove ogni ragazzo può comunicare e
raggiungere le competenze in maniera personalizzata ed attiva, promuovendo e
valorizzando così le diverse abilità.
La classe I
Sezione C è composta da 20 alunni, 12
maschi e 8 femmine, tutti regolarmente frequentanti, tranne uno che frequenta saltuariamente e un altro che non frequenta dall’inizio dell’anno; di
questi un alunno diversamente abile Yerou
Kaddur, seguito dal docente di sostegno per 9 ore settimanali
Quadro sintetico sugli studenti
La
scolaresca si presenta all’inizio dell’anno scolastico alquanto eterogenea
circa il possesso dei prerequisiti culturali, cognitivi e linguistici specifici.
Si rileva , inoltre, l’ambiente socio-familiare
di provenienza e il livello culturale della classe , che è
medio-basso e si tiene conto delle scarse sollecitazioni culturali, in relazione al possesso dei prerequisiti. A
tal proposito la si divide in tre fasce di livello:
- Un gruppo di alunni evidenzia buone capacità
intellettive e un impegno discreto e adeguato alle loro capacità.
- Un cospicuo gruppo, invece, possiede una sufficiente capacità di comprensione
e di rielaborazione dei messaggi; sempre guidati dal docente
nell’esecuzione del lavoro scolastico.
- La restante parte della scolaresca presenta,
infine, una preparazione alquanto lacunosa, difficoltà di comprensione e
di rielaborazione dei testi scritti, necessitando la guida costante del
docente.
Metodologie e risorse abitualmente
utilizzate
La docente
raggiunge gli obiettivi
educativo-didattici programmati attraverso le seguenti metodologie:
- Metodologia
della ricerca, dell’analisi e della riflessione.
- Metodologia
dell’esperienza, per stimolare l’interesse e la conoscenza, tramite lavori
di gruppo, attività di laboratorio ecc.
Il setting tecnologico
Per
l’attività sono stati utilizzati vari ambienti della scuola: la classe, nella
quale è installata una LIM, il
laboratorio multimediale con un efficace
collegamento alla rete Internet e alla rete locale.
Macchine
digitali, software di presentazione hanno completato il setting tecnologico.
Descrizione della situazione di
partenza
Il mio
caso vede come protagonisti diversi attori: me stessa, docente di italiano,
storia , geografia, cittadinanza e costituzione nella scuola secondaria di
primo grado” VI Circolo didattico- Impastato succursale” di Giugliano(Na),
alunni di una classe prima e
soprattutto Kaddur , un ragazzo
straniero, di nazionalità
marocchina. La storia comincia appunto all’inizio del primo
quadrimestre quando nella mia classe arriva Kaddur , un ragazzo di undici
anni, che non comprendeva e non parlava bene italiano. All’inizio era una situazione
difficile da gestire: Kaddur era sempre triste e isolato. Anche i tentativi dei
compagni di inserirlo nel gruppo, si rivelavano inefficaci. Occorreva fare
qualcosa per motivarlo all’apprendimento
della Lingua italiana e delle altre discipline, rendere la sua partecipazione
più attiva e soprattutto facilitare l’inserimento nel gruppo classe. In questo
periodo la classe era impegnata a seguire un percorso di italiano per la
scoperta del regno della fiaba. Il mio intento
prevedeva la lettura e
la presentazione delle caratteristiche della fiaba, della funzione sociale- letterale del genere
e della sua evoluzione.
Obiettivi di apprendimento
Conoscere e
riconoscere le caratteristiche della fiaba.
Riferire/riscrivere
un testo di genere fiabesco.
Utilizzare spunti
narrativi a scopo creativo per inventare fiabe.
Riflettere sulle
somiglianze/diversità all’interno delle fiabe europee ed extraeuropee.
Cogliere il valore
culturale e sociale della fiaba.
Conoscere alcuni
tra i principali autori del genere fiabesco.
Realizzare presentazioni di Power
Point per illustrare le sequenze di
fiabe classiche o inventate.
Descrizione dell’attività
PRIMA FASE: La professoressa, dopo aver illustrato, sulla
LIM una scheda sulle caratteristiche del genere fiabesco, ha somministrato alla
classe un mixer di fiabe, con l’intento didattico di farne estrapolare al
gruppo classe i titoli.
La nonna smemorata
__ La nonna di
Carlo è molto vecchia e conosce tante fiabe, però, a causa dell’età fa molta
confusione nel raccontarle.
“Cera una volta in un bosco un riccio…
con gli stivali, che non trovava più la casetta di Biancaneve e i sette nani.
Ad un certo punto il riccio entra i una
casetta e trova la tavola apparecchiata con una bara di cristallo. Da chi?
….Dai tre porcellini…! Dopo aver mangiato il riccio si addormenta. Intanto
tornano i padroni di casa: Cappuccetto Rosso, il lupo ed il cacciatore.
Dopo un po’ arrivano anche …Hansel e
Gretel accompagnati da tre orsi. Ma ecco ad un tratto apparire la …strega.
La strega è la matrigna di …di…Cenerentola,
che alla vista di tanti personaggi che non conosce fugge spaventata, perdendo
la …borsetta?...o era la maglietta? O forse la …scarpetta?”
Povera
nonna che confusione aiutatela a trovare quali titoli di fiabe si nascondono
nel suo confuso racconto.
SECONDA FASE:
L’individuazione dei titoli delle fiabe ha suscitato molto interesse ed
entusiasmo, tanto da indurre la docente a proseguire il lavoro, con una
ulteriore scheda iconografica, che ha come scopo l’individuazione di famose
fiabe.
Nell’immagine sotto
sono disegnati i protagonisti di sette fiabe famose, li riconosci tutti?
(Cappuccetto
Rosso e il Lupo, La sirenetta Ariel, Pinocchio, Biancaneve e i sette nani.
Pollicino, I tre porcellini. Il gatto con gli stivali, Hansel e Gretel)
Per coinvolgere Kaddur , la docente lo
stimola al racconto di una fiaba delle sue origini; infatti l’alunno racconta alla classe una fiaba che la
mamma gli leggeva quando ero in Marocco:
HAINA
Una bellissima
ragazza di nome Haina, fidanzata con un bel giovane del suo paese, un giorno
andò a far legna nel bosco con le sue amiche.
Mentre raccoglieva i rami secchi, vide, per terra, tra le foglie, un mortaio d'oro; pensò subito di prenderlo perché era bellissimo e prezioso e lo mise da parte per portarlo a casa, pensava di venderlo e ricavarne tanti soldi.
Quando fu l'ora di andare a casa, lo prese e si accorse che era molto pesante, s'incamminò, ma faceva fatica a tenere il passo delle sue amiche; esse la consigliarono di lasciarlo stare, ma lei a tutti costi lo volle portare con sé. Rimase sempre più indietro e, ad un certo punto, non vide più nessuno e si trovò sola. A questo punto uscì dal mortaio un diavolo che le disse di volerla sposare e le ordinò di seguirlo nella sua casa tra le montagne.
Quando il fidanzato si accorse che non era tornata con le sue amiche, partì alla sua ricerca, ma di lei, nel bosco non c'era alcuna traccia.
Camminò in tutte le direzioni finché arrivò alle montagne dei sette colori e chiese alla prima montagna se avesse visto la sua ragazza, ma questa rispose di no. Poi chiese alla seconda e poi alla terza e così via, ma né la montagna gialla, né quella arancione, né quella rossa, né quelle di altri colori avevano notizie da dargli. Finalmente arrivò dalla montagna marrone che gli disse che la sua ragazza era a casa del diavolo, nella montagna nera, soggiunse però che se il diavolo l'avesse riconosciuto, l'avrebbe mangiato.
Allora il giovane prese una pelle di mucca e si camuffò per non farsi riconoscere ed entrò nella montagna nera.
Vide che la ragazza stava pettinando i capelli del diavolo: uscì nuovamente e ritornò dalla montagna marrone.
Questa gli consigliò di prendere tanto sale e un ago; infatti il diavolo non sopportava il sale e con l'ago l'avrebbe ucciso.
Il giovane tornò nella montagna nera e vide che il diavolo si era addormentato, allora gli buttò del sale negli occhi, prese la ragazza e fuggì.
Quando il diavolo si svegliò, sentì gli occhi bruciare e urlò dal dolore, poi si accorse che non c'era più la ragazza e corse all'impazzata fuori dalla montagna.
Vide i due fuggiaschi all' orizzonte e cercò di raggiungerli; quando fu loro vicino, il giovane buttò altro sale che metteva nuovamente in difficoltà il diavolo. Quando non ebbe più sale, gettò l'ago e il diavolo morì.
I due giovani tornarono al loro paese, si sposarono e vissero felici e contenti.
La scolaresca è coinvolta molto nell’ascolto della fiaba, al punto che l’insegnante decide di far realizzare agli alunni i seguenti esercizi:
Mentre raccoglieva i rami secchi, vide, per terra, tra le foglie, un mortaio d'oro; pensò subito di prenderlo perché era bellissimo e prezioso e lo mise da parte per portarlo a casa, pensava di venderlo e ricavarne tanti soldi.
Quando fu l'ora di andare a casa, lo prese e si accorse che era molto pesante, s'incamminò, ma faceva fatica a tenere il passo delle sue amiche; esse la consigliarono di lasciarlo stare, ma lei a tutti costi lo volle portare con sé. Rimase sempre più indietro e, ad un certo punto, non vide più nessuno e si trovò sola. A questo punto uscì dal mortaio un diavolo che le disse di volerla sposare e le ordinò di seguirlo nella sua casa tra le montagne.
Quando il fidanzato si accorse che non era tornata con le sue amiche, partì alla sua ricerca, ma di lei, nel bosco non c'era alcuna traccia.
Camminò in tutte le direzioni finché arrivò alle montagne dei sette colori e chiese alla prima montagna se avesse visto la sua ragazza, ma questa rispose di no. Poi chiese alla seconda e poi alla terza e così via, ma né la montagna gialla, né quella arancione, né quella rossa, né quelle di altri colori avevano notizie da dargli. Finalmente arrivò dalla montagna marrone che gli disse che la sua ragazza era a casa del diavolo, nella montagna nera, soggiunse però che se il diavolo l'avesse riconosciuto, l'avrebbe mangiato.
Allora il giovane prese una pelle di mucca e si camuffò per non farsi riconoscere ed entrò nella montagna nera.
Vide che la ragazza stava pettinando i capelli del diavolo: uscì nuovamente e ritornò dalla montagna marrone.
Questa gli consigliò di prendere tanto sale e un ago; infatti il diavolo non sopportava il sale e con l'ago l'avrebbe ucciso.
Il giovane tornò nella montagna nera e vide che il diavolo si era addormentato, allora gli buttò del sale negli occhi, prese la ragazza e fuggì.
Quando il diavolo si svegliò, sentì gli occhi bruciare e urlò dal dolore, poi si accorse che non c'era più la ragazza e corse all'impazzata fuori dalla montagna.
Vide i due fuggiaschi all' orizzonte e cercò di raggiungerli; quando fu loro vicino, il giovane buttò altro sale che metteva nuovamente in difficoltà il diavolo. Quando non ebbe più sale, gettò l'ago e il diavolo morì.
I due giovani tornarono al loro paese, si sposarono e vissero felici e contenti.
La scolaresca è coinvolta molto nell’ascolto della fiaba, al punto che l’insegnante decide di far realizzare agli alunni i seguenti esercizi:
DETTATO
LETTURA
ESPRESSIVA APPROFONDITA
SUDDIVISIONE IN SEQUENZE DELLA FIABA SIA ORALE CHE SCRITTA.
TERZA FASE:A questo punto si è ritenuto necessario
stimolare la scolaresca alla realizzazione di una mappa di sintesi sulle
caratteristiche del genere fiabesco, soffermandosi sulle diversità e analogie
tra la fiaba occidentale e quella africana.
QUARTA FASE:
Dopo aver osservato il lavoro svolto dalla scolaresca, la docente l’ha motivata
alla realizzazione di un power point
sull’argomento trattato. Si sono recati nella sala computer, dove
ciascun gruppo di alunni, avvalendosi della proprie capacità telematiche e in
sinergia tra loro hanno realizzato il lavoro.
Kaddur ha realizzato un power point sulle favole del Marocco da
confrontare con quelli realizzati dai compagni, in modo da soffermarsi su analogie e differenze del genere letterario.
La progettazione dell’ambiente di
apprendimento
La presentazione degli argomenti attraverso
l’utilizzo della Lim e di software di presentazione corredati da immagini e
animazioni accattivanti e soprattutto l’utilizzo della rete Internet ha
permesso agli alunni di progettare ed
elaborare un power point. Ciò ha consentito
loro di sviluppare le proprie idee,
presentandole con accuratezza a sé e agli altri, di trovare, interpretare e
scambiare informazioni, di organizzarle, di elaborarle, di ritrovarle, di
archiviarle e riutilizzarle. Nello specifico l’alunno straniero è riuscito ad
integrarsi nel gruppo classe, attraverso il racconto e la realizzazione del
power point. Per ogni fiaba è stata
elaborata una mappa di sintesi che gli alunni hanno stampato. Ciò ha permesso
di riprendere, ogni qualvolta se ne rilevava la necessità, le conoscenze
apprese per realizzare collegamenti e approfondimenti successivi.
La funzione della tecnologia
L’uso della
tecnologia accanto alla didattica tradizionale permetterà di avvicinare le
cornici mentali dei docenti a quelle così diverse degli alunni, promuovendo un
allargamento delle fonti del sapere, la flessibilità dei percorsi formativi, la
dimensione collaborativa e interattiva dell’apprendimento.
Ritornando alla descrizione del caso proposto, la
progettazione di un percorso sulla fiaba e l’utilizzo dei vari setting
tecnologici, ha permesso all’alunno straniero di interagire in maniera
efficace, sia con i docenti e sia con i compagni di classe. La comunicazione
che all’inizio era difficoltosa, si è gradualmente evoluta permettendo una
partecipazione più attiva di Kaddur alla
vita della classe. L’alunno con questa attività ha raggiunto le competenze intese come capacità di affrontare e padroneggiare i problemi della
vita attraverso l’uso di abilità cognitive e sociali.
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